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martedì 25 maggio 2010



da: "CANI SCIOLTI"
... dentro quella chiesa io ero l' unico a non sapere chi fosse realmente mio padre... un soldato, non uno di quelli affardellati di medaglie sempre intenti ad organizzare parate o sterili quanto inutili manovre; ne tanto meno uno di quelli con i calli al culo coltivati con amore standosene seduto per anni dietro una scrivania.
Era un soldato senza uno straccio di bandiera, con una sola concezione di vita: starsene in una mimetica che puzza di sudore rancido tenendo in mano un fucile d' assalto, con la faccia sporca di polvere e sangue.
Due sole necessità basilari, un nemico da uccidere e delle munizioni... due cose facilmente reperibili.
Mi guardò con un' espressione che voleva, credo, essere affettuosa ma a me fece venire in mente uno stitico alle prese con uno stronzo particolarmente ostico. Imparai in seguito che la sua gamma di emozioni non aveva nulla da invidiare a quella di un varano.
Con un gesto goffo mi passò il dorso delle dita sulla guancia e a quel contatto capii che sotto la pelle, nelle vene, scorreva lo stesso sangue... sangue cattivo.

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